SACERDOTE, GIORNALISTA, DEMONOLOGO
Il 17 ottobre 1995, dopo aver fissato un appuntamento con Monsignor Corrado Balducci, e aver precedentemente discusso con lui il tema dell’intervista, intorno alle 13.00 del pomeriggio telefonai al numero di Roma che il celebre prelato mi aveva comunicato qualche giorno prima per raccogliere la sua testimonianza su alcuni argomenti della fede cattolica che mi stavano particolarmente a cuore.
Avevo incentrato l’incontro con Balducci sul tema della magia in Italia, più precisamente sull’idolatria e l’occultismo e sulle gravi conseguenze che queste ultime stavano arrecando al popolo cristiano.
Il discorso scantonò sulle profezie, parlammo di alcune di esse e, come era prevedibile, arrivammo anche a discutere su Fatima. Vi propongo le parti salienti di quell’intervista.
Tra i vari argomenti trattati durante quel colloquio c’era anche il tema tanto dibattuto dei carismi e dei doni mistici che alcune persone, anche al di fuori dell’ambito prettamente religioso, manifestavano nella loro persona e nella vita spirituale. Ho cercato di capire qualcosa di più su questo tema con l’aiuto del noto monsignore romano. Ecco cosa mi ha detto Balducci quando gli ho chiesto: “qual è il modo per ottenere quel genere di carismi?”.
“Una strada è quella di schiavizzare il corpo e di far emergere l’anima – mi ha risposto – in fondo dobbiamo pensare: che cos’è l’ascetica? E’ una maniera di vivere che mortifica il corpo a vantaggio dello spirito…
Mons. Corrado Balducci
La via del santo già di per sé può disporre a questo potere di sensitività, però mi lasci aggiungere che quando ci si mette sulla strada della santità il più è cominciare ma il Signore poi è largo con i suoi doni, tanto che non si potrà mai dimostrare in un santo se certi fenomeni sono dovuti alla sensitività acquisita attraverso la strada della santità o se sono un aiuto di Dio.
Io sono propenso a pensare però che spesso è Dio che si sostituisce a questi campioni di santità”.
Stavamo parlando naturalmente di personaggi carismatici come Padre Pio o Natuzza Evolo e non di sedicenti carismatici pronti ad ingannare i più sprovveduti ma durante quell’incontro affrontammo con mons. Balducci anche alcune manifestazioni carismatiche di dubbia provenienza.
Un altro tema che affrontai in quell’intervista fu quello del millenarismo. Ecco ciò che Balducci mi disse nel corso del nostro colloquio: “Per quanto riguarda questo argomento – affermò il celebre prelato – anzi si dovrebbe parlare dell’anno mille, (mille e non più mille, posso dire che si tratta di una pura leggenda, non esiste! E’ una leggenda che risale al secolo XVI, cioè a 700 anni circa di distanza dall’anno mille) …il millenarismo è un’altra cosa, non parla di anno mille, anzi se vogliamo si citano i 7.000 anni.
Con acrobazie motivate da elementi vari si è parlato di millenarismo nel senso dei 7 anni dopo i quali cesserebbe il mondo. E si possono distinguere vari tipi di millenarismo, come quello giudaico che parla di un millenarismo carnale, cioè il trionfo del sesso.
Ebbene questa leggenda è diventata nella mente di tanti un qualche cosa di storico.
Mons. Corrado Balducci
La fine del mondo è ben lontana, anche se la Sacra scrittura parla di 4.000 anni ma sono ben di più tenendo in considerazione il parere della scienza.
Per ciò che riguarda l’incarnazione del Verbo, cioè un Dio che si è incarnato nella persona del Figlio Gesù, è cosa certa che sia venuto duemila anni fa.
Come possiamo pensare che un’incarnazione così importante come quella del Redentore, possa avere uno sviluppo di soli duemila anni? (Anche se essa è valida per i secoli precedenti alla sua prima venuta).
Parlando con il senso comune, se Gesù è venuto dopo chissà quanti millenni, chissà quanti altri ancora durerà il mondo.
Io penso che il mondo abbia ancora dei milioni di anni di vita.
Secondo me – afferma ancora mons. Corrado Balducci – non c’è nessuna profezia che abbia un fondamento di credibilità e che annunci che è vicina la fine del mondo.
Messaggi che proclamano che il mondo finisce non li può avere nessuno, perché Dio ha detto che nessuno saprà mai il giorno e l’ora della seconda venuta di Cristo”.
Intervista con Mons. Corrado Balduccidi Beppe Amico
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